Psicosi Infantile Ricerche, Considerazioni, Studi
Nel DSM-V i disturbi dello spettro della schizofrenia e
altri disturbi psicotici si riferiscono ad anomalie psicopatologiche nei
seguenti ambiti: Deliri, Allucinazioni,Pensiero ed eloquio disorganizzat,Comportamento
motorio grossolanamente disorganizzato o anormale (e catatonia). Vi sono state
nel corso della storia diverse modifiche nella classificazione dei disturbi
psicotici, oggi il DSM-V propone la seguente che è presentata in base ad un
'gradiente' di psicopatologia, ovvero di gravità sintomatologica: Disturbo
schizotipico di personalità, Disturbo delirante, Disturbo psicotico breve, Schizofrenia,
ecc.
I disturbi psicotici, come indica il DSM 5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), hanno un'età di insorgenza compresa tra 14 e i 35 anni e si manifestano con sintomi positivi e negativi, disorganizzazione del pensiero e del linguaggio, bizzarrie comportamentali, disturbi affettivi e marcato calo del funzionamento (APA, 2013).
Il termine psicosi, riassume uno spettro di disturbi psichiatrici che si manifestano con severi sintomi cognitivi, percettivi, affettivi e comportamentali, in cui il rapporto con la realtà circostante può essere gravemente alterato. Il disturbo più invalidante in questo cluster è la Schizofrenia.
I sintomi positivi consistono principalmente in disturbi del pensiero, deliri ed allucinazioni. I sintomi negativi consistono in un insieme di comportamenti collegati all'appiattimento emotivo, l'apatia, l'abulia, la passività, portando a stati di forte ritiro sociale.
Nel sito dell'ospedale pediatrico del Bambino Gesù, Unità Operativa di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza si parla della Schizofrenia nel ragazzo come di un disturbo psicotico di natura biologica caratterizzato da anomalie del pensiero e del comportamento.
Riportano queste inidicazioni: Diversi studi dimostrano che la schizofrenia compare precocemente: circa un terzo dei pazienti adulti con schizofrenia riferiscono che i loro sintomi sono iniziati prima dei 18 anni. In particolare, se i sintomi si manifestano tra i 13 e i 17 anni, possiamo parlare di schizofrenia precoce (EOS – Early Onset Schizophrenia) mentre se si manifestano prima dei 13 anni possiamo parlare di schizofrenia molto precoce (VEOS – Very Early Onset Schizophrenia).
Disturbi del Neurosviluppo, quali il Disturbo dello Spettro Autistico e la Disabilità Intellettiva possono costituire le basi per la manifestazione di quelle che vengono definite "psicosi d'innesto". Ma la schizofrenia si può presentare anche come conseguenza di un altro disturbo psicopatologico, come la Fobia Sociale, i Disturbi Dell'Umore o il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. L'aggravarsi di uno di questi disturbi potrebbe portare in un primo tempo alla manifestazione di sintomi psicotici cosiddetti "sottosoglia", vale a dire a una situazione caratterizzata da sintomi psicotici come deliri e allucinazioni di breve durata o di bassa intensità associati a una forte compromissione del rapporto con la realtà, con ritiro sociale o scolastico/lavorativo.
Melanie Klein ricava i propri pensieri a partire dalla clinica con i bambini, evidenziando la difficoltà ad individuare stati schizofrenici nei bambini piccoli, e suggerendo di ampliare il concetto di psicosi nell'infanzia al fine di operare una maggior comprensione di questo disagio già nei bambini.
Nelle classificazioni DSM IV e ICD 10 ed è privilegiato un approccio psicopatologico-dinamico.
Una delle classificazioni più citate in letteratura è quella fatta dalla Mahler nel suo libro sulle psicosi infantili.
L'autrice descrive due diversi quadri, che implicano una fissazione in momenti differenti del processo, ipotizzato dalla stessa autrice, di separazione -individuazione.
Distingue infatti:
1. psicosi autistica primaria;
2. psicosi simbiotica.
Va osservato che, mentre la definizione di psicosi autistica primaria è simile alle definizioni di autismo delle classificazioni attuali, la psicosi simbiotica risulta una categoria poco condivisa che, in genere, nelle classificazioni di tipo descrittivo, viene fatta confluire nel disturbo autistico.
Più articolata, sempre all'interno di un quadro di riferimento psicodinamico, è
la proposta di classificazione che fanno Manzano e Palacio Espasa, che distinguono tra:
1. autismo primario e secondario;
2. psicosi simbiotica della Mahler;
3. psicosi precocemente deficitaria;
4. psicosi disorganizzatrice.
Le peculiarità di questa classificazione (che gli autori definiscono operazionale) sta nel fatto che viene tenuto conto dell'evoluzione delle psicosi infantili, e del passaggio da un quadro all'altro con il passare del tempo o nel corso del trattamento.
Nella psicosi disorganizzatrice il bambino mostra uno sviluppo, sia pur disarmonico delle funzioni dell'Io (linguaggio, intelligenza ecc...), ma l'andamento del processo colpisce per la disorganizzazione, l'insensatezza e l'incoerenza.
Non è condivisibile l'accostamento con il quadro della schizofrenia dell'adulto in quanto non appare per regressione, ma piuttosto come una forma di evoluzione a partire dalle psicosi autistiche e simbiotiche.